venerdì 3 aprile 2009

Scenneggiare, drammatizzare, ricordare...










Facilitare le connessioni ...e connetterle col cuore


Questa sera l'incontro con Andreas è stato molto interessante! Lo shock che lui utilizza per sensibilizzare, far riflettere, fissare nella memoria, attrarre l'attenzione, ....divertire, rendere gioiosa l'attività formativa, facilita una connessione fondamentale: mente/cuore.

Se l'apprendimento passa dal cuore si fissa alla mente e al cuore ritorna diviene consapevolezza ed assunzione di impegno, responsabilità, professionalità ...azione , impegno nel sociale sia nell'ambito "istruzione/formazione" che nell'ambito "medico".

Questa esperienza di blogoclasse che Andreas sta guidando, ha messo in connessione due campi che dell' "umano" sono intrisi, sull'umano operano, dell'umano vivono!

Andreas crea "sceneggiature per..." , noi , nella scuola primaria , le abbiamo spesso chiamate "drammatizzazioni" . Le drammatizzazioni, però sono un gioco organizzato di "far finta che..." con assunzione di ruoli; esse facilitano l'apprendimento, divertono i nostri alunni, fissano nella memoria concetti importanti ma non incidono sull'emotività , quella che deriva dall'essere coinvolto in una situazione imprevista, fuori dai canoni, come quella messa in scena da Andreas.

Quella situazione shock crea emozioni, collega riflessioni mentali con sensazioni, connette mente/cuore.

Ho sperimentato qualcosa di simile , quando i corsi di formazione dei neodocenti erano fatti in presenza : con la mia Dirigente Scolastica ed una Operatrice Psicopedagogica (eravamo in èquipe) si studiavano tutte quelle tecniche "sceneggiature" che potessero "formare" nel ruolo, entrarvi dentro , vivere le problematicità per "Simulazione"prima di sperimentarle nella realtà e... assumere atteggiamenti errati. Si simulava una riunione di "consiglio di istituto" con assunzione di ruoli ben definiti e con alcuni "complici/attori" che avevano l'incarico di creare alcune tensioni e...alla fine della "sceneggiatura", ridendo si analizzavano i comportamenti, le relazioni, i litigi etc., scaturiti dal contesto di simulazione. Tra le simulazioni c'erano anche le situazioni di "aggressione verbale" o "misconoscenza sociale" di un soggetto/vittima(sempre attore) per analizzare le reazioni del gruppo , quindi , successivamente riflettere sulle emozioni provate , sui comportamenti umani necessari per gestire le relazioni e il ruolo che si stava per assumere.

Noi docenti, come i medici, se commettiamo errori lasciamo il segno per tutta la vita!



Nell'augurare a tutti "BUONA PASQUA" inserisco il link al blog dei miei alunni che contestualizzando nella loro cultura l'evento pasquale...si sono molto divertiti, realizzando " 'U PUPU 'CCU L'OVU" (video).



Chi l'ha detto che a scuola non si deve più sorridere?










http://www.noisbirulini.blogspot.com/


5 commenti:

  1. Sono d'accordo, Mariella, abbiamo avuto il privilegio di assistere ad un seminario coinvolgente ed innovativo. Da lasciare a bocca aperta.
    Quando poi ieri sera sento mia figlia, studentessa universitaria a Bologna, nel campo delle scienze sociali, che di ritorno da un seminario "qualunque" mi dice: "Sai, mamma, una noia mortale, cose scontate, facevo bene a leggere un libro...; domani mi rifiuto di partecipare, chiederò a qualche amica di firmare per me..." mi veniva da sorridere al pensiero del seminario del nostro Andreas. La motivazione! L'Interesse! Il coinvolgimento!L'emozione! Sono solo parole vuote? Qualcuno se ne ricorda?

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  2. Mariella grazie! Grazie per l'incoraggiamento e per i pupi con l'uovo, che avrei voluto assaggiare e realizzare con te e tutti i bimbi della classe. Io vorrei che le maestre facessero fare quel tipo di esperienze ai bimbi, e lo dico da mamma, mi piacerebbe enormemente di più sentirmi dire, ai colloqui: "Signora, la sua bambina è davvero brava, collabora con gli altri e si diverte molto quando facciamo le attività di gruppo. Si impegna nell'attività manuale quanto in quella mentale e realizza un sacco di cose, sia da sola che con altri bambini. " Io mi ricordo queste cose come le più belle del periodo delle elementari, mi hanno fatto acquisire la manualità che oggi da adulta mi serve a superare gli empasse e i momenti di difficoltà, perchè è la sicurezza di riuscire bene in qualcosa. Invece oggi a scuola si tende a dare importanza al rendimento prettamente scolastico, matematica, italiano, inglese... e non si dedica abbastanza tempo alla drammatizzazione, all'empatia, alla noia come momento di recupero interiore... e ai coloqui si riflette proprio questo aspetto. Del resto mi rendo conto di essere una mamma un pò anomala, visto che le mie "colleghe" mamme poi sono interessate più ai voti (paradossalmente non a ciò che i loro figli imparano...) e alla condotta piuttosto che all'aspetto emotivo e relazionale che vi sta dietro... e quindi le maestre si adeguano a dare queste informazioni. L'esperienza che hai mostrato tu è davvero bella e sarà sicuramente rimasta dentro le vite di quei bambini che un giorno la ritireranno fuori con i loro figli o nipoti, ricavandone grande beneficio.
    Grazie ancora
    Pat (infiltrata IUL)

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  3. P.S. nel mio blog mi sono registrata come Rebecca PB, ma si tratta di un nick name... è una storia un pò lunga e buffa e riguarda un forum e una partita a bowling, oramai sono affezionata a quel nome, ma il mio vero nome è Patrizia. :) Mi piace essere Rebecca, forse mi dispiace un pò non avere davvero quel nome, ma per correttezza mi firmo e ti scrivo questo, proprio perchè non voglio nascondermi dietro un nick name
    Pat

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  4. @egocentricamente, sei quella Pat che conosco, in realtà (non tanto) infiltrata IUL?

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