mercoledì 4 marzo 2009

Oggi ho letto che...




Oggi sul quotidiano on-line ho letto: "RICERCA DELL'UNIVERSITà DI HARVARD "
Arrabbiarsi al lavoro può far bene ,ma esagerare è autodistruttivo .
Far valere le proprie ragioni con capi e colleghi è «sano», anche per la carriera. Perdere le staffe no!

ROMA - L'educazione va bene. Il rispetto pure. Ma qualche volta dire le proprie ragioni anche sottolineando un po' i toni può essere utile, sia in termini di salute mentale sia in termini di carriera. Pur con tutte le cautele del caso il suggerimento viene dall'autorevole Harvard Medical School di Boston. Secondo uno studio condotto su 824 persone e durato ben 44 anni, chi reprime troppo le frustrazioni è poi più incline ad ammettere di aver deluso le proprie aspettative.
EMOZIONI INNATE - «La gente - spiega George Vaillant, che ha diretto l'indagine- pensa alla rabbia come a un'emozione terribilmente pericolosa ed è incoraggiata a praticare il "pensiero positivo". Ma questo approccio può essere frustrante, e alla fine tradursi in una dannosa negazione di una realtà che fa paura». «Le emozioni negative, come paura e ira, sono innate - continua Vaillant- e cruciali per la sopravvivenza. Esperimenti attenti, come il nostro, hanno documentato che le emozioni negative ci permettono di focalizzare l'attenzione: possiamo concentrarci sugli alberi anziché sull'intera foresta».
ESAGERARE È AUTODISTRUTTIVO - Attenzione però: secondo gli stessi studiosi è anche importante riuscire a non esagerare. Chi perde completamente le staffe mentre illustra le proprie ragioni a capi e colleghi incorre un meccanismo «autodistruttivo». «La furia incontrollata», precisa Vaillant, «è distruttiva. Tutti proviamo rabbia, ma le persone che imparano a esprimerla senza esplodere, ed evitando le conseguenze autodistruttive di una furia incontrollata, ottengono un potere incredibile in termini di crescita emozionale e di salute mentale», assicura lo studioso."
Di certo reprimere le proprie emozioni anche in campo lavorativo è negativo, ma bisogna mettere in atto quel senso della misura che corrisponde alla maturità del proprio IO . Un IO che è equilibrio consapevole tra il nostro ES e il nostro Super IO.
Spesso , a scuola, le cose che non vanno sono correlate a norme che vanificano quanto di positivo si vive nelle relazioni con i ragazzi e....allora? Con chi sfogare le insoddisfazioni, la constatazione che quanto ci viene imposto dall'alto va a contraddire la nostra stessa opera di professionisti dell'educazione, di formatori? Noi non trattiamo carte, che se errate si rifanno, noi operiamo nell'umano e le azioni errate provocano danni irreparabili!

1 commento:

  1. Io penso infatti che chi si dedica all'insegnamento, a qualsiasi, livello un pochino coraggioso lo debba essere ...

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